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Consorzio Consolida regge l'urto della pandemia, fatturato a 170 mln, 4.200 gli occupati, 1.600 con fragilità

 “È come superiamo i momenti di crisi a dirci cosa siamo. E la cooperazione sociale di Consolida nell’anno della pandemia ha svolto un’intensa azione politica e di compliance, riprogettato i servizi e costruito, a volte in pochi giorni, nuovi interventi”. A dirlo durante l’assemblea soci di Consolida è stata Serenella Cipriani, presidente del consorzio che conta 49 cooperative sociali, cui si aggiungono i due soci sovventori: Promocoop e Coperfidi. 

“La chiave delle nostre risposte è stata l’equilibrio, equilibrio tra una molteplicità dei diritti che dentro un contesto radicalmente diverso, rischiavano di confliggere tra loro: quelli dei bambini e dei ragazzi, delle persone con disabilità o altre fragilità, degli anziani e delle loro famiglie, i diritti dei soci e dei lavoratori e delle loro famiglie. I diritti all’educazione, all’assistenza, alla salute, alle relazioni, ma anche alla sostenibilità e al lavoro”.   Sul fronte imprenditoriale il sistema delle cooperative ha perso fatturato: il 2,4% per le cooperative (B) di inserimento lavorativo e l’8% per quelle (le A) che offrono servizi socio assistenziali ed educativi; la contrazione per il consorzio è stata del 15%. Ma nel sistema ha tenuto l’occupazione, anche quella dei lavoratori svantaggiati, pur con il ricorso da marzo a giugno al FIT. È diminuita anche la marginalità che si attesta intorno allo 0,85% per le B e al 1,95% per le A.

 “Certamente la perdita di fatturato è dovuta alla pandemia e al lockdown. Vero è che in media, eccetto rare eccezioni come l’alimentare o la farmaceutica, la perdita media negli altri settori non è stata mai inferiore al 17%. E questo ci deve far pensare rispetto al valore intrinseco dei nostri servizi”.   La logica dell’equilibrio – o del riequilibrio - nel garantire i diritti sociali che ha caratterizzato l’azione della cooperazione sociale durante la pandemia, è alla base anche degli indirizzi del nuovo Piano industriale elaborato dal Consiglio di amministrazione e presentato dalla vicepresidente Francesca Gennai.

 “La complessità che il 2020 ci consegna, fatta di nuovi bisogni e crescenti povertà, ma anche di inedite opportunità – ha affermato Gennai - ci chiede di trovare, come ha scritto l’economista Minouche Shafik, «un nuovo paradigma che riformuli le modalità di cooperazione tra Stato e famiglie, tra uomini e donne, tra lavoratori e imprese, in tutti gli ambiti cruciali della vita civile» e la cooperazione sociale può e vuole essere custode di un nuovo contratto sociale". 

Il consorzio chiude il 2020 con un valore della produzione pari a 7,1 milioni di euro con un calo del 15% dovuto alla pandemia (chiusura temporanea di alcune attività) e con una perdita finale molto contenuta. Il patrimonio netto rimane solido: quasi 2 milioni di euro (in aumento per rivalutazione sede), 890 mila dei quali euro utilizzati per la partecipazione in imprese del sistema della cooperazione (tra cui 8 associate). Nel consorzio operano 73 lavoratori, di cui 46 nel Progettone. Il costo del personale è stato di circa 1,8 milioni €, che corrisponde al 25% dei costi. Il Consorzio rappresenta 49 cooperative sociali, impegnate nei servizi socio-assistenziali e sanitari ed educativi e nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate il cui fatturato complessivo è di 170 milioni di euro e il patrimonio netto è di 72 milioni. Le associate danno lavoro a più di 4.200 persone di cui più di 1600 sono in condizioni di fragilità.