Territorio

Confcooperative: un nuovo patto per lo sviluppo dell’Appennino

«L’Appennino non serve solo ai suoi abitanti e non può limitarsi a conservare l’esistente; per il suo sviluppo è necessario estendere il perimetro di strategie e alleanze».

Prende le mosse da questa considerazione il documento di Confcooperative Terre d’Emilia indirizzato ai futuri amministratori dei Comuni montani che saranno eletti sabato 8 e domenica 9 giugno.

Secondo Confcooperative Terre d’Emilia occorre invertire politiche di concentrazione dei servizi nelle aree metropolitane, perché stanno provocando da una parte problemi di sicurezza, traffico, disgregazione e accessibilità ai servizi, dall’altra impoverimenti strutturali nelle aree montane.

È un nuovo patto territoriale per lo sviluppo dell’Appennino quello cui la centrale cooperativa fa riferimento, chiamando in causa i tre principali protagonisti di questa nuova alleanza: la comunità locale, la comunità economica e la comunità politica, «insieme – sottolinea il documento – per un’efficace strategia di crescita dei territori montani».Da qui gli affondi di Confcooperative Terre d’Emilia su alcuni temi, dalla fiscalità di vantaggio per attrarre capitali di investimento orientati alla sostenibilità e al lungo periodo, al ridisegno dei servizi di prossimità per i cittadini e le imprese d’Appennino.

Per la centrale cooperativa le attività economiche e i presidi commerciali, manifatturieri e sociosanitari debbono essere considerati anche per il valore delle funzioni sociali che già esprimono e ulteriori servizi che possono mettere a disposizione.

«In quest’ottica – sottolinea Confcooperative Terre d’Emilia – si esprime tutto il senso del lavoro delle tante cooperative impegnate in Appennino nell’agroalimentare, servizi alla persona e alle imprese, credito e inclusione lavorativa, cultura, turismo e sport; per non parlare della cooperazione di comunità, che sta rivitalizzando economicamente e socialmente aree destinate all’abbandono».

La cooperazione scende in campo a fianco delle amministrazioni locali anche per la valorizzazione di alcuni patrimoni specifici dell’Appennino: immobiliare, forestale e idrico.«I Comuni – sottolinea la centrale cooperativa – debbono favorire il recupero, gestione e trasformazione di questi patrimoni per generare valori economici e sociali secondo principi che le cooperative agricole, forestali ed edilizie possono realizzare con i loro soci».

Un ultimo richiamo è riservato alla tutela delle acque. Per Confcooperative Terre d’Emilia bisogna realizzare invasi per gestire al meglio portate e flussi adeguati ai fabbisogni e alla mitigazione dei rischi, ponendo attenzione anche alla loro multifunzionalità come fattori di sviluppo territoriale.