Agroalimentare: Amadori, caro prezzi materie prime sta mettendo in crisi settore avicolo
A lanciare il grido di allarme è il gruppo cesenate Amadori, colosso del comparto avicolo con 8.500 dipendenti e una quota di mercato di circa il 30% sul totale delle carni avicole nel Paese. "La filiera avicola italiana, l'unica autosufficiente nel settore zootecnico, va tutelata per la sua specificità strategica - osserva in una nota Francesco Berti, amministratore delegato dell'azienda romagnola -: per questo riteniamo necessario convocare con urgenza un confronto tra istituzioni, organismi di rappresentanza, trasformatori e, non ultime, distribuzione e Horeca. Il rischio - argomenta - è che questa crisi, se non gestita in maniera condivisa, ricada sui quasi 7.000 allevamenti e 38.500 allevatori professionali presenti nel nostro Paese . Dobbiamo scongiurare nella maniera più assoluta che i consumatori italiani siano costretti ad acquistare prodotti provenienti da altri Paesi, con minori garanzie in termini di qualità e sostenibilità delle filiere."
A giudizio dell'ad di Amadori , ancora, "le dinamiche dei prezzi alla produzione e dei prezzi al consumo rischiano di mettere in crisi gli allevamenti italiani e favorire l'ingresso nel mercato di prodotti provenienti da paesi con dimensioni produttive eccedenti rispetto ai consumi interni. Un esempio su tutti è quello della Polonia - conclude Berti - che sta investendo proprio sull'estensione delle produzioni per uscire dai confini nazionali".