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Salute, Milanese «Fare della casa il primo luogo di cura per contrastare emergenza posti letto e promuovere sanità a misura di paziente»

L’Italia è tra i Paesi europei con i livelli più bassi di posti letto in ospedale (3,1 ogni 1000 abitanti). «Fare della casa il primo luogo di cura consente di contrastare il sovraffollamento ospedaliero, in 10 anni sono stati chiusi 125 ospedali (l’11%), e dare vita ad una sanità più a misura di paziente». Così Giuseppe Milanese presidente di Confcooperative Sanità in occasione della giornata mondiale della salute che si celebra il 7 aprile. 

 «Negli ultimi anni – sottolinea il presidente Milanese – sono stati fatti alcuni passi avanti sul fronte, ad esempio, delle cure domiciliari, visto che nel 2022 i pazienti over 65 che hanno usufruito dell’assistenza domiciliare integrata (Adi) sono stati oltre 459 mila contro i poco più di 250 mila del 2014, ma il numero degli assistiti è ancora molto inferiore a quello dei principali Paesi europei. Un’esigenza che è sempre più è pressante visto che la speranza di vita alla nascita in Italia è di 83 anni, la terza più alta tra i paesi dell’Unione Europea e superiore di 2,3 anni alla media UE. Dovremo, quindi, – prosegue Milanese – dare sempre più risposte ad una popolazione che invecchia e richiede assistenza, prevenzione e cure. E sebbene l’Italia abbia una delle popolazioni più anziane d’Europa, l’assistenza residenziale e semiresidenziale si è attestata su valori nettamente inferiori in termini di posti e di persone assistite rispetto alla media Ue».

«La strada è quella di supportare e promuovere la creazione di reti di assistenza domiciliare anche attraverso il PNRR. Una scelta che portiamo avanti da tempo. La cooperazione, infatti, con oltre 186mila operatori e professionisti dell’ambito del welfare, rappresenta l’88% dell’occupazione privata nel settore dell’assistenza primaria. È imprescindibile – conclude Milanese – ripartire dal territorio, costruendo dei sistemi di governance che si occupino solo di questo e strutturare dei percorsi assistenziali fondati sul cosiddetto continuum assistenziale, attraverso cui curare, ad esempio, le persone affette da malattie croniche quando possibile a casa e quando non possibile in residenze e centri diurni, senza ricorrere inutilmente agli ospedali».