Confcooperative Habitat, l’impact investing al servizio dell’abitare cooperativo e della cooperazione di comunità
«La finanza di impatto ha oramai la forza di un’onda inarrestabile, nel mondo ci sono 2 trilioni di dollari pronti a sostenere iniziative che abbiano un significativo impatto sociale e ambientale sulla vita delle persone. Fondi disposti a investire in un modello di impresa con valori e capacità che sono nel dna della cooperazione. A voi il compito di cogliere questa grandissima e unica opportunità». Così Giovanna Melandri, presidente di Human Foundation ha aperto il suo intervento ai lavori del consiglio nazionale di Confcooperative Habitat interamente dedicati al social impact economy.
«Noi cooperatori – ha sottolineato Alessandro Maggioni, presidente di Confcooperative Habitat - siamo generatori di sviluppo sociale, facciamo impresa partendo dai bisogni delle persone. La nostra capacità di leggerli e di organizzare risposte è un modello che genera cambiamento, crescita economica sostenibile sia dal punto di vista ambientale e sociale. Per questo abbiamo sentito la necessità di confrontarci con chi conosce l’impact economy per capire quali spazi ci possono essere per la cooperazione e soprattutto come la cooperazione deve organizzarsi per essere in grado di cogliere questa opportunità».
«Puntare sui servizi legati alla sfida del cambiamento climatico e della transizione ecologica – ha aggiunto Stefano Preglio, professore di economia all'Università Cattolica e presidente di Deliotte Climate & Sustainability – è fondamentale per molte imprese per competere e superare tutti i rischi economici, sociali e d'immagine che una transizione errata o, ancora peggio, pratiche di greenwashing possono comportare. L’abitare è senza dubbio uno degli ambiti in cui .è possibile realizzare interventi che migliorino concretamente la vita delle persone».
Le aziende possono promuovere una transizione organica e devono puntare su una seria pianificazione. Interessante è il fatto che a tal proposito questo stia stimolando una trasformazione anche nei servizi consulenziali e di sostegno alle imprese.
E a proposito del rapporto tra cooperazione e finanza Carlo Napoleoni, responsabile divisione Impresa di Iccrea Banca, ha ricordato come «Questi due elementi siano costitutivi del modello di impresa e del modo di essere ‘banca di credito cooperativo’ in quanto le BCC, e con loro le strutture centrali del Gruppo BCC Iccrea, da tempo sono impegnate nella definizione di strumenti per misurare l’impatto della finanza cooperativa e oggi, con particolare energia, implementano strategie secondo parametri ESG«.