Confcooperative Cultura Sport Turismo, Bongiovanni confermata alla presidenza, "generativi e temerari, così sfidiamo il futuro"
«È tempo di osare, di non avere paura. In questa fase storica, dobbiamo essere generativi per dare risposte ai nuovi bisogni delle persone. Dovremo saper proporre nuove visioni e sostenere nuovi modelli, unendo tutto questo con la concretezza che è propria della cooperazione».
È la rotta tracciata da Irene Bongiovanni, confermata oggi alla presidenza di Confcooperative Cultura Turismo Sport nel corso dell’assemblea nazionale della federazione tenutasi oggi a Roma, presso il Palazzo della Cooperazione.
A Confcooperative Cultura Turismo Sport aderiscono 1.100 cooperative, 18.750 le persone occupate di cui, il 70%, oltre 13.000 donne; i soci sono 105.400 di cui 40.000 donne. In due cooperative su tre la partecipazione dei soci alle assemblee territoriali che hanno preceduto quella nazionale, ha superato il 50% degli aventi diritto.
«Cultura, turismo e sport sono stati tra gli ambiti più colpiti dalla crisi della pandemia – sottolinea Bongiovanni. - Ci siamo concentrati sulle attività che potevano permettere alle nostre imprese di rimanere in vita, ma abbiamo anche affiancato un’azione importante per introdurre e sostenere nuovi modelli, nuove idee, in particolare nel rapporto tra pubblico e privato».
«La sfida del futuro prossimo – aggiunge la presidente di Confcooperative Cultura Turismo Sport - è infatti quella di imparare a leggere la realtà con occhi diversi da quelli con cui finora l‘abbiamo letta, aprirci alla contaminazione, essere generativi. Bisogna non aver paura di portare avanti nuove idee e avere il coraggio di dargli corpo e sostenerle».
«Nell’immediato la priorità è senza dubbio il lavoro – conclude Bongiovanni – Occorre ribadire con forza il concetto che nella cultura, nel turismo, nello sport, il lavoro non è residuale. E’ necessario che ci sia più impresa, che il privato venga vissuto come valore aggiunto, con specifiche competenze, in grado di dare sostanza e sostenibilità alle progettualità in questi settori. E la cooperazione, in tutto questo, rappresenta un unicum: siamo imprese vicino ai territori, alle comunità, che hanno al centro le persone. Dunque la cooperazione sarà di certo protagonista nel proporre nuovi modelli di sviluppo per dare risposta ai mutati bisogni delle comunità».
Maurizio Gardini, presidente Confcooperative «L’intersettorialità tra cultura, sport, turismo ed eccellenze enogastronomiche può rappresentare lo snodo progettuale per ridare corsa all’indotto, recuperare le aree interne e in via di spopolamento perché l’Italia ha un grande patrimonio sia nei grandi centri sia nelle aree periferiche. L’Italia del cibo, l’Italia del gusto, l’Italia del made in Italy, l’Italia del territorio di cui le cooperative sono interpreti e api operose».