Contratti pubblici, da riforma nuovo rapporto di fiducia tra Stato e imprese
Certezze delle regole, condizioni che tengano conto del reale andamento del mercato, professionalizzazione di imprese e lavoratori e qualificazione delle stazioni appaltanti. Sono i temi che riassumono le proposte che l’Alleanza delle Cooperative ha presentato oggi alla Camera nel corso di un’audizione sul disegno di legge delega su contratti pubblici.
“La razionalizzazione del sistema produttivo generato dalla crisi e l’instabilità del quadro economico derivante dalla pandemia e dall’attuale crisi internazionale – hanno sottolineato i rappresentanti delle tre principali centrali cooperative - devono imporre una nuova stagione di rapporti tra lo Stato e le imprese, funzionali al raggiungimento di quegli obiettivi comuni di modernizzazione sostenibile delle infrastrutture (tradizionali, innovative e sociali) che costituiscono il presupposto della crescita economica.
Per l’Alleanza il lavoro svolto dal Senato sul testo del disegno di legge delega presentato dal Governo rappresenta un significativo passo avanti in e tuttavia può essere ancora migliorato facendo alcune modifiche. In particolare l’Alleanza ritiene indispensabile garantire la prevalenza dell’aspetto tecnico rispetto a quello economico per i servizi sociali e quelli ad alta intensità di mano d’opera confermando un punteggio non inferiore al 70 per cento da attribuire alla qualità vietando esplicitamente che si valuti l’offerta di elementi aggiuntivi della prestazione con l’attribuzione di un punteggio.
Si ritiene, inoltre, che si potrebbe valutare la possibilità di utilizzo del criterio del prezzo fisso quale sistema per aumentare la qualità degli appalti nel rispetto delle differenti realtà territoriali.
Per favorire la massima partecipazione, la parità di trattamento e la semplificazione della disciplina applicabile valorizzando gli strumenti di aggregazione delle imprese, compresi quelli tipici del movimento cooperativo (consorzi di cooperative), in linea con le direttive UE e con la recente legislazione italiana in materia di appalti.
Il ricorso al criterio del prezzo più basso infatti potrebbe provocare per alcune tipologie di servizi, in settori particolarmente sensibili, il rischio che l’eccessivo abbattimento dei costi si traduca in affidamenti incapaci di garantire non soltanto un accettabile livello qualitativo delle prestazioni, ma anche il rispetto dei diritti dei lavoratori impiegati dall’appaltatore